Formato: | cm 27,5 x 32,5 |
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Pagine: | 352 |
Immagini: | circa 300 a colori |
Rilegatura: | cartonato con sovracoperta plastificata |
Lingue: | Italiano |
ISBN: | 978-88-96045-49-7 |
Questo volume rappresenta il primo tentativo organico di raccontare la storia dello stucco in Europa. Poco studiata dalla storiografia in quanto arte applicata e dunque non degna dell’attenzione riservata normalmente a pittura, scultura e architettura, lo stucco nasce in epoca egizia e si sviluppa con sorprendenti risultati durante tutta la storia dell’arte, conoscendo un periodo di grande fioritura in epoca classica e poi a partire dal Rinascimento fino al diciannovesimo secolo. Ritenuto erroneamente dal senso comune un’arte semplicemente bianca, monocroma e dunque un po’ noiosa, lo stucco ha invece conosciuto fasi di grande espressione policroma: basti pensare alle famose Oche di Meidum (2620 a.C., Il Cairo, Museo Nazionale), già straordinariamente colorate, oppure alla decorazione della tomba dei Pancrazi in epoca romana. Se durante il Medioevo lo stucco ebbe una fortuna più limitata, con la scoperta della Domus Aurea a Roma nel Cinquecento, lo stucco vide la propria consacrazione nel Rinascimento e in particolare con le Logge Vaticane (1518) di Raffaello. Da qui bisogna partire per comprendere i successivi episodi decorativi di Villa Madama a Roma, di Palazzo Te a Mantova o del Castello di Fontainebleau in Francia. E da queste premesse partì tutta la decorazione a stucco che ebbe grande fortuna nell’intera Europa durante il periodo barocco, e secondo una declinazione più leggiadra e policroma, durante il Rococò. Se nel periodo Neoclassico lo stucco conosce una particolare fortuna negli interni delle ville inglesi di Robert Adam, durante l’Ottocento viene declinato nelle diverse forme e stili voluti dall’eccletismo. Lo stucco, insomma, non è mai rimasto al margine. Semmai, si è costantemente intersecato con le altre tecniche: la sua presenza anima pareti e soffitti, i suoi colori trasmettono luminosità e chiaroscuro, in un caleidoscopio di forme e di vibrazioni che, sollecitando il gioco continuo delle invenzioni, esprimono tuttora l’intelligenza delle culture che ne hanno saputo valorizzare le incredibili potenzialità.
Autore: Alessandra Zamperini
Fotografie: Luca Sassi